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Certificazione Minergie per un edificio realizzato a Peschiera del Garda

E’ stata consegnata oggi la targa che rappresenta il conseguimento della Certificazione Minergie per un edificio realizzato dalla Costruzioni Allegri a Peschiera del Garda.

Minergie è uno standard di costruzione svizzero per edifici nuovi e ammodernati.

L’elemento più importante è il comfort abitativo degli utilizzatori di un edificio. Questo comfort è reso possibile da un involucro della costruzione di elevata qualità e da un sistematico rinnovo dell’aria, garantito da un impianto di aerazione controllata (VMC).

Gli edifici Minergie sono anche caratterizzati da un consumo energetico molto basso e una percentuale elevata di energia rinnovabile.

Lo standard di costruzione Minergie gode di un ampio riconoscimento. I motivi sono molteplici ma quello più rilevante è che i committenti della costruzione, gli architetti e i progettisti sono completamente liberi nella configurazione, nella scelta dei materiali e nella struttura interna ed esterna dell’edificio.

L’obiettivo della Costruzioni Allegri era quello di misurarsi con elevati standard di costruzione per l’ottenimento di altrettanto elevati livelli di comfort. Il riconoscimento ricevuto oggi ripaga di molti sforzi ed investimenti sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista della preparazione tecnica.

Da sempre la Costruzioni Allegri crede in un’edilizia tesa al cambiamento e all’innovazione, nell’ottica di poter offrire ai clienti ed ai collaboratori il supporto necessario per l’ottenimento di risultati ambiziosi.

Per eventuali approfondimenti si rimanda al sito www.minergie.ch

11 giugno 2021

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La Costruzioni Allegri sanifica i propri uffici con il sistema JONIX

Fedele alla propria filosofia di approccio ai nuovi concetti per le costruzioni ex-novo e per le ristrutturazioni, la nostra Impresa ha deciso di adottare JONIX Cube, il dispositivo che mantiene l’aria pulita negli ambienti di lavoro, raggiungendo risultati molto positivi e ottenendo un ambiente sanitizzato con -99,9% di batteri, muffe, VOC e virus.

Il COVID 19 ha messo tutti a dura prova e si è quindi deciso di adottare sistemi innovativi per tutelare la salute sia delle persone che lavorano nei nostri uffici sia di ospiti o clienti che accogliamo in Via Barbarani 8 a Peschiera del Garda.

Inoltre lo stesso sistema di controllo di qualità dell’aria è stato introdotto sia nelle ultime abitazioni realizzate nel 2019 (in tempi non sospetti!), sia nelle prossime unità immobiliari in consegna nel 2021. Tutto ciò grazie anche alla collaborazione con BIOSAFE ed EXERGY.

I dati sono entusiasmanti e vengono confermati da uno studio dell’Università di Padova che ha testato la tecnologia NTP di Jonix, verificando che tale sistema abbatte il Coronavirus.

“La tecnologia Non Thermal Plasma (NTP) presente in tutti i dispositivi Jonix è in grado di abbattere il Covid-19: lo hanno dimostrato i test di laboratorio condotti dall’Università di Padova. E noi, che crediamo in questa tecnologia da tempi non sospetti, siamo entusiasti: i nostri dispositivi possono fare veramente la differenza nella vita quotidiana di tante persone, in particolare le più fragili, come è successo nella Casa di Riposo di Noventa Padovana, in cui, da quando l’aria è trattata con sistemi Jonix, non si è avuto neppure un caso di Covid-19 tra gli ospiti. E senza dover imporre il lockdown agli operatori, come in altre RSA. 

Cos’è il Non Thermal Plasma e come riesce a essere efficace contro i virus nell’aria e sulle superfici? Attenzione: il plasma di cui parliamo non è il plasma sanguigno! Lo specifichiamo con chiarezza perché molte persone, magari leggendo in velocità, tendono a fare confusione. La tecnologia a plasma freddo (o plasma non termico, NTP) non ha nulla a che fare con le terapie a base di plasma sanguigno di cui molto si è parlato nei mesi scorsi. Il plasma, in chimica e fisica, è un gas ionizzato, una miscela gassosa di elettroni, ioni e specie neutre. Niente di strano o esotico: il 99.9% della materia visibile nell’Universo si trova allo stato di plasma. In parole molto, molto semplici (diciamo ai nostri tecnici di essere clementi se andiamo terra terra, giusto per intenderci!) possiamo dire che i dispositivi Jonix sono in grado di attivare l’aria degli ambienti in cui sono posizionati, sviluppando molecole reattive che attaccano le molecole inquinanti (virus tra cui anche SARS-CoV-2 , batteri, muffe o VOC) e le disgregano, rendendole così innocue. Questo senza rilasciare negli ambienti nessun tipo di sostanza chimica o di residuo!”.

Fonte blog.jonixair.com

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Come lo smart working cambierà l’idea di casa

Nato da un’esigenza legata alla pandemia, lo smart working è ormai destinato a restare nelle vite di milioni di lavoratori. L’Ufficio Studi di Gabetti ha redatto un report “Smart working e nuove esigenze abitative”, sulla base di una survey condotta su oltre 300 lavoratori, per capire come sono cambiati l’idea di casa e gli stili abitativi e il loro impatto sul mercato residenziale. A livello di location, oltre l’80% di coloro che svolgono smart working, utilizza la dimora abituale, mentre il 10% la seconda casa. Dall’analisi dei risultati è inoltre emerso che solo il 22% dispone di una vera e propria stanza studio, mentre il 43% ha risposto di lavorare in soggiorno e circa il 15% in camera da letto. Il 9% ha invece dichiarato di lavorare in cucina, mentre la restante parte in modo indifferente tra i vari ambienti dell’abitazione, alcuni dei quali assumono le forme di una stanza multifunzionale. Da evidenziare anche la postazione di lavoro in camera da letto che è adottata dal 15% del campione. Si tratta di una tendenza che si riscontra ormai di frequente tra i lavoratori da remoto in quanto, grazie all’utilizzo di scrivanie mobili pieghevoli al muro, una camera da letto di discrete dimensioni può ospitare una postazione ufficio, diventando a tutti gli effetti un ambiente multifunzionale. Ma come potrebbe lo smart working cambiare le esigenze abitative in futuro? Il dato di sintesi dell’insieme delle risposte ha permesso di osservare gli impatti dello smart working sul modello abitativo dei rispondenti, considerando oltre alle esigenze interne all’abitazione anche quelle relative al contesto, al budget economico, alle prospettive di vita. La prima indicazione che emerge dall’analisi dei risultati è che 1 su 4 ha risposto di avere l’intenzione di comprare, o di avere già comprato, una casa di dimensioni più grandi a causa del lavoro da remoto, che richiede uno spazio dedicato. Tale tendenza risulta ancora più evidente nei comuni non capoluogo, dove la percentuale sale al 30%. In linea con questa tendenza, la seconda indicazione emersa è che circa il 24% dei rispondenti ha effettuato, o effettuerà, modifiche interne all’abitazione in termini sia di una diversa organizzazione interna degli spazi, sia di arredamento. Un’esigenza soprattutto di chi ha sufficiente spazio per lo smart working – anche se si è in due a dover lavorare da casa – ma non ha trovato la giusta razionalizzazione degli spazi per la realizzazione delle postazioni ufficio. Per i molti lavoratori che hanno sperimentato il lavoro da remoto full time e ai quali l’azienda ha comunicato di volerlo mantenere anche dopo la pandemia, l’impatto sul modello abitativo ha una dimensione rilevante: il 21% del campione ha infatti risposto che lo smart working ha comportato, o comporterà, un trasferimento nel comune di origine, prevalentemente nel centro e nel sud Italia (south working). In questo contesto il dato è più significativo per i residenti nei comuni capoluogo (28%) e in particolare nelle grandi città (30%), rispetto ai residenti nei non capoluoghi dove rappresenta solo il 9% dei casi. Tra le ragioni di questa scelta radicale, il 33% lo ha fatto (o lo farà) per avvicinarsi ai propri cari, il 22% perché lo ritiene un ambiente ideale dove far crescere i propri figli, il 21% per il minor costo della vita e il 14% perché già proprietario di un’abitazione.

Fonte: www.idealista.it

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